L’ecomuseo ha già realizzato un impegnativo lavoro di individuazione e valorizzazione di taluni  aspetti della cultura immateriale locale, indagando in particolare i temi legati alle conoscenze ed ai  saperi della lavorazione artigianale del ferro battuto e delle tecniche tradizionali di trasformazione  dei cereali in farine. Rispetto a tali temi sono stati raccolti gli strumenti, gli oggetti, gli attrezzi, i  manufatti e gli spazi culturali associati ad essi, che le comunità, i gruppi e gli individui riconoscono  come facenti parte del proprio patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di  generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dalle associazioni locali in   conformità al  proprio ambiente di vita, alla propria interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce alla popolazione locale un senso di  identità e continuità. Tanto, tuttavia, si deve ancora fare in riferimento alla salvaguardia delle tradizioni e espressioni orali,  incluso il linguaggio, intesi come veicolo del patrimonio culturale intangibile, alle arti dello spettacolo ed ai canti popolari, alle  pratiche sociali, riti e feste. L’iniziativa ecomuseale è nata per iniziativa della popolazione locale che fin dagli anni settanta attivò una serie di iniziative che  si sono sviluppate fino ad oggi in stretta collaborazione con le istituzioni locali. Molteplici durate l’anno, sono le forme di  partecipazione attiva della popolazione, delle associazioni, delle attività economiche, che si realizzano e trovano il loro culmine  nella Mostra Mercato – esposizione di arti visive e mestieri - il principale evento ecomuseale organizzato ogni anno durante  l’ultima settimana di agosto. Fra cortili e loggiati, piazze e vicoli le vecchie cantine e gli antichi androni si rivestono di nuova  luce ospitando artisti che qui hanno la possibilità di ricreare le loro affascinanti botteghe. Migliaia di fiaccole guidano il  visitatore alla scoperta degli angoli più segreti del borgo, scoprendo scorci ricchi di arte e di storia. Ogni sera è un susseguirsi  incessante di eventi, spettacoli, musiche rinascimentali, balli, acrobati, giocolieri e sbandieratori che accolgono il visitatore  rendendolo partecipe e parte integrante di questa festa.  Per la visita dell’ecomuseo ci si può avvalere di un percorso guidato attraverso pannelli  esplicativi lungo il Vaso Ré che si snoda all’interno di tutto il borgo oltre a pubblicazioni  per l’approfondimento degli argomenti. Attraverso il percorso si valorizza quindi una  grande risorsa culturale presente nel territorio e unica nel suo genere in tutta la provincia  di Brescia. L’itinerario offre molti modi di lettura: per le sue particolari caratteristiche  acustiche in primo luogo, ma anche tattili. Può configurarsi, infatti, come percorso  sensoriale a tutti gli effetti: l’acqua non è solo un nastro da seguire, ma anche una  colonna sonora da ascoltare. Il percorso inoltre è auto-referenziato, indipendente ed  autosufficiente: i visitatori possono seguire l’iter proposto dai pannelli esterni nelle  “stazioni didattiche” senza necessariamente visitare gli snodi culturali/museali, già  operativi.  L’iniziativa di valorizzazione si pone pertanto come una struttura di servizio di uso collettivo andando ad integrare e  raccordare tra loro gli spazi museali già presenti sul territorio: la “Fucina Museo”, il “Mulino Museo”, “la Scuola di forgiatura”, la  “Ludoteca”. Per favorire la conoscenza di questo notevole patrimonio culturale, sono stati ideati una serie di itinerari da  effettuare anche accompagnati da guide locali, ciascuno appositamente pensato per un diverso target: studenti delle scuole di  vario ordine e grado, disabili psichici, disabili motori e membri della terza età. Alle proposte di visita di un giorno è stato dato il  titolo “L’acqua e il lavoro delle mani”, definizione ideale di un viaggio alla scoperta dell’ecomuseo e della sua storia per secoli  strettamente connessa alla presenza dell’acqua, divenuta risorsa fondamentale per il lavoro e quindi per la florida economia  locale; questa è stata a sua volta determinante nello sviluppo architettonico, artistico e culturale locale, ad oggi testimoniato da  un invidiabile patrimonio di cultura materiale che pochi borghi possono vantare. Programmi di visita specifici e approfonditi,  promossi attraverso la locale pro loco, sono in grado di rispondere in modo efficace e soddisfacente alle diverse esigenze  dettate dall’età e dagli obiettivi culturali, sociali, formativi e didattici di ciascuna tipologia di utenti.  Va segnalata anche la  catalogazione con schede BDM SIRBeC di 75 beni etno.-antropologici conservati nella Fucina Museo  svolta anche grazie  all’azione del Sistema Museale della Valle Camonica. Inoltre tutti i manufatti relativi a beni del patrimonio storico-industriale  come le fucine e i mulini che si affacciano sul Vaso Ré sono già stati catalogati con schede A SIRBeC  e sono anche stati  georeferenziati grazie all’azione della Provincia di Brescia e del Consorzio BIM di Valle Camonica. Per ricerche di questo  genere agli esperti sono di grande aiuto i volontari che presidiano i siti interessati alle attività.  Numerose sono le attività svolte in partenariato con le scuole, soprattutto presso la ludoteca con laboratori specifici sul ferro. Il  progetto Fucina Ludoteca Comensoli si colloca coerentemente con le scelte operate in ambito museale al fine di valorizzare la  tradizione centenaria della ferrarezza. Fin dall’inaugurazione della Fucina Museo e del Mulino Museo si è avvertita la necessità  di rendere “attive” le sedi museali, offrendo al visitatore l’opportunità di vivere un’esperienza a diretto contatto con i gesti e i  saperi delle maestranze locali, custodi di antichissime tradizioni lavorative. Grazie alla consulenza e alla collaborazione dei  fabbri, riuniti nell’Associazione Màihster, Bienno oggi può vantare un considerevole numero di “fucine attive”: oltre alla già  citata Fucina Museo, vi sono il nuovo spazio ludico allestito nell’ex fucina Comensoli, quindi, a poca distanza, in un altro  opificio dismesso ora adibito a scuola di forgiatura, la Fucina Laboratorio ex Franzoni. E’ inoltre aperta al pubblico la Fucina  Espositiva ex Ercoli, suggestivo spazio per esposizioni d’arte, dove opera e ha la propria  sede un’associazione di artisti locali.  Accanto alla ricca tradizione fabbrile, i progettisti della ludoteca si sono avvalsi delle diverse iniziative di ricerca etnografica e  artistica intraprese a Bienno a partire dagli anni ’70, che hanno contribuito in modo determinante ad avviare in ambito  provinciale un processo di rivalutazione del patrimonio di cultura materiale, creando significativi momenti d’incontro tra mondo  artistico e artigianale. Entrambe le esperienze ora rivivono negli antichi spazi della Fucina Ludoteca dove i macchinari, gli  attrezzi, le fasi lavorative vengono reinterpretati in modo sorprendente e originale. Nell’ideare gli spazi, i giochi e le attività  della Fucina Ludoteca, si è partiti innanzitutto dalla straordinaria abilità dei maestri forgiatori biennesi, che si contraddistingue  per forza e sincronia, ingegno e perizia tecnica. Gli attrezzi e i macchinari, che ancora oggi accompagnano il lavoro dei fabbri,  vengono fatti rivivere in modo del tutto nuovo: i tiranti che avevano funzione di sostenere le parti del maglio durante la  manutenzione sono divenuti la fune di scorrimento di una palla-funambolo, segno visivo che rimanda al logo del Comune; il  maglio è stato reinventato come grosso timbro con cui bambini e ragazzi apprendono, divertendosi, la destrezza dei fabbri; la  tina de l’hora, macchina idroeolica per la ventilazione dei forni di forgiatura è divenuta occasione per giocare con l’aria e con  l’acqua; la carbonaia, piccolo locale privo di aperture costruito su un affioramento di pietra, si è trasformata in “grotta degli  specchi”, spazio magico dalle molteplici suggestioni sensoriali ed evocative. I giovani visitatori, accompagnati dagli animatori,  possono svolgere in tutta sicurezza, da un lato, attività ludiche che evocano e si ispirano ai gesti sapienti e calibrati necessari  alla lavorazione dei secchi e dei badili, dall’altro, attività pratiche e manipolative, attorno a un banco di lavoro, utilizzando  lamine, reti e fili metallici. Le grandi lavagne magnetiche consentono inoltre di cimentarsi in composizioni creative alla maniera  dei grandi artisti astratti con figure geometriche su calamita, come pure di ricomporre le varie sequenze di lavorazione dei  prodotti da fucina - dai semilavorati agli attrezzi finiti o liberamente assemblando gli scarti di lavorazione. Attraverso specifici  corsi si sono potute formare diverse animatrici culturali in grado di supportare i ragazzi nelle diverse attività ludico didattiche.  Un team di animatori culturali può offrire, in base ai percorsi didatti scelti, tutte le informazioni necessarie per far conoscere in  modo corretto e approfondito le emergenze culturali dei Comuni interessati oltre che soddisfare tutte le curiosità del turista  anche in tema di enogastronomia e tradizioni folcloristiche locali.  Sono inoltre state realizzate proposte educative e didattiche assieme agli altri musei di cultura materiale in Valle Camonica.  L’attività denominata “Scoprimuseo”, coordinata dal Sistema Museale di Valle Camonica,  ha effettuato per l’area  dell’ecomuseo una ricerca dal titolo “L’acqua: energia per la sussistenza”, le scuole coinvolte hanno inoltre effettuato laboratori  specifici presso le sedi di appartenenza . 
Gli ecomusei rappresentano un nuovo ed originale modo di conoscere la vita della gente comune, le tradizioni, i costumi e i  mestieri di luoghi e paesi; essi sono un luogo per la conservazione del patrimonio naturale e culturale delle popolazioni locali.  Il territorio ecomuseale del Vaso Ré e della valle dei Magli è ubicato nella Val Grigna, vallata laterale della Media Valle  Camonica, all’interno del Parco dell’Adamello, zona montana di elevato pregio ambientale. E’ racchiuso fra i nuclei storici di  Bienno e Prestine, che hanno mantenuto le caratteristiche architettoniche originali degli antichi borghi. Questi luoghi  conservano intatte le tracce della loro lunga storia e dell’economica antica: ne sono esempi le fucine e gli edifici storici, il  mulino quattrocentesco, la segheria veneta, l’eremo, le chiese ed i loro cicli storici affrescati.  L'ecomuseo è attraversato dal Vaso Ré, un canale artificiale che da quasi un millennio sottrae le acque dal torrente Grigna  restituendole a valle dopo essere passato tra le case ed i viottoli a volte in superficie attraverso una condotta di legno a volte  nascondendosi in passaggi sotterranei. La forza dell’acqua per anni, ha fornito l'energia necessaria a muovere i magli delle  fucine, le macine dei mulini e le lame delle segherie.  L’ecomuseo si caratterizza per vari temi demo-etno-antropologici. La lavorazione artigianale del ferro, ben testimoniata dal  sistema museale locale, è valorizzata e preservata nei luoghi più significativi della lavorazione del ferro: il Museo Etnografico,  con gli antichi magli ad acqua, le dimostrazioni dei metodi di lavorazione tradizionale del ferro, la fucina ludoteca per le attività  didattiche, la fucina laboratorio per i corsi di forgiatura e la fucina espositiva per le mostre ed incontri d’arte. Altrettanto  significativo è il tema dell’agricoltura di montagna e della trasformazione dei prodotti agricoli, testimoniato  dal quattrocentesco Mulino Museo ancora attivo per la molitura dei cereali che conserva al suo  interno l’antica dimora del mugnaio trasformata in museo della vita contadina. Ulteriore  elemento degno di essere valorizzato è la segheria veneta di Prestine, anch’essa mossa in  origine dalle acque del Vaso Ré. 
Now I’m bright.

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